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GDF MESSINA: TRIBUNALE MESSINA MISURE DI PREVENZIONE PATRIMONIALEESEGUITE DALLA GDF – SEQUESTRO DI 1,5 MILIONI DI EURO NEI CONFRONTI DI 2SOGGETTI APPARTENENTI AD UN GRUPPO CRIMINALE ATTIVO NEL TERRITORIO DEINEBRODI. INDAGINI DELLA PROCURA -DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA- DIMESSINA.

21 Marzo 2024 Cronaca



Nel corso dell’ultima settimana, fra il 12 ed il 19 marzo 2024, Militari del Comando Provinciale della Guardia di
Finanza hanno eseguito due decreti di sequestro emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di
Messina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 2
soggetti, operanti sul versante tirrenico della medesima provincia, ritenuti socialmente pericolosi.
Gli odierni provvedimenti, estesi anche ai familiari dei due soggetti destinatari delle investigazioni economicopatrimoniali, originari, uno, di Locri (RC), l’altro, di Catania (CT), scaturiscono dalla ricostruzione del profilo di
pericolosità qualificata delle persone proposte, come emerso dalle molteplici iniziative investigative coordinate
dalla Procura peloritana e delegate alla Guardia di Finanza di Messina.
L’articolato e complesso quadro indiziario che ha portato alla recente esecuzione delle due misure di
prevenzione, personali e patrimoniali, riflette il quadro probatorio emerso nel corso del processo alla “mafia dei
Nebrodi”, le cui indagini furono coordinate dalla Procura di Messina; l’esito del quale, nell’ottobre 2022, aveva
giudiziariamente accertato, l’esistenza e l’operatività della famiglia mafiosa dei “tortoriciani”, coinvolta nella
commissione di plurime attività illecite nel territorio nebroideo. Più in particolare, quel processo aveva
consentito di ritenere giudiziariamente provata la operatività di tale compagine criminale mafiosa nella provincia
peloritana, essendo, peraltro, stata dimostrata la specifica e peculiare propensione della stessa compagine alla
commissione di illeciti nel remunerativo settore delle truffe comunitarie in agricoltura, per l’ottenimento indebito
di fondi comunitari in danno della Politica Agricola dell’Unione europea.
Gli odierni proposti hanno avuto un ruolo determinante nella commissione delle molteplici condotte truffaldine e
predatorie, in quanto gestori di due Centri di Assistenza Agricola (C.A.A.), dei quali uno, ubicato a Tortorici
(ME), l’altro, a Cesarò (ME).
Tali centri, anello debole della catena del controllo pubblico sull’erogazione dei fondi, rappresentavano
l’anticamera da cui passare per presentarsi all’Unione Europea come legittimi beneficiari di quei contributi che,
sulla carta, avrebbero dovuto sostenere gli agricoltori rispettosi delle regole e contrastare l’abbandono delle aree
rurali. Sulla scorta dei dettagliati elementi investigativi all’epoca raccolti, i militari del G.I.C.O. del Nucleo di
Polizia Economico-Finanziaria di Messina hanno accertato, per uno dei due soggetti destinatari dei

provvedimenti, nell’arco temporale 2005/2014, l’esistenza di numerose condotte integranti i reati di associazione
di tipo mafioso e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, violazione, quest’ultima,
ascrivibile anche all’altro soggetto coinvolto, nei confronti del quale le manifestazioni di pericolosità si sono
protratte nel periodo 2012-2016.
Parimenti, gli approfondimenti economico-patrimoniali hanno consentito di disvelare la disponibilità di beni, in
capo ai soggetti investigati e relativi familiari, in misura sproporzionata rispetto ai redditi leciti dichiarati,
dimostrando la stretta correlazione temporale tra i comportamenti antisociali documentati e l’illecito
arricchimento accertato. In definitiva, sulla base delle attività esperite, l’Autorità Giudiziaria di Messina ha
quindi disposto l’odierna esecuzione di apposite misure di prevenzione patrimoniali, aventi ad oggetto,
complessivamente:

  • n. 1 compendio aziendale comprensivo dei relativi beni patrimoniali (attivo nel settore agricolo);
  • n. 6 terreni, n. 3 quote societarie, n. 35 rapporti finanziari (n. 10 polizze assicurative, n. 11 deposito titoli, n. 4
    carte di pagamento/prepagate, n. 1 deposito a risparmio, n. 8 conti correnti, n. 1 somma derivante da
    disinvestimento di quote del fondo comune d’investimento);
  • n. 1 autoveicolo e n. 2 quote di proprietà, relative a n. 2 fabbricati, nella disponibilità diretta e indiretta o
    comunque riconducibili ai proposti, per un valore complessivo di stima pari ad € 1,5 milioni.
    Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dei
    due soggetti proposti, che, in considerazione dell’attuale fase, essendo il provvedimento di sequestro non
    definitivo e potendo sempre essere provata la loro non pericolosità fino alla irrevocabilità del medesimo
    provvedimento, con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese
    davanti al giudice terzo ed imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di
    pericolosità e di sproporzione fra i beni posseduti ed i redditi dichiarati o presunti.

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